Esplode l’emissione di green e social bond e di titoli sustainability-linked. Investitori a caccia del “greenium” (e non solo). Ecco dove si annidano le opportunità più interessanti
Green e social bond, obbligazioni sustainability-linked: sul mercato proliferano le emissioni di debito all’insegna della sostenibilità, che fino a qualche tempo fa era soprattutto un tema centrale per l’equity. “Il mercato delle obbligazioni sostenibili è cresciuto in misura sostanziale nel 2021”, afferma Wolfgang Pinner, responsabile del Sustainability Office di Raiffeisen Capital Management. “Fino a novembre ha raggiunto un volume di oltre di 1.500 miliardi di dollari. I green bond sono le emissioni dominanti e, secondo i dati di Climate Bonds Initiative, hanno raggiunto un volume vicino ai 450 miliardi di dollari nel 2021, in forte crescita rispetto ai 297 miliardi registrati nell’anno precedente”, aggiunge Pinner.
Ma di cosa si tratta, in dettaglio? Le cosiddette obbligazioni “verdi”, o green bond, sono bond emessi da governi e aziende allo scopo di finanziare progetti con una rilevanza dal punto di vista climatico. Tra gli emittenti di green bond, spiega Pinner spicca il segmento bancario. I social bond fanno invece riferimento a obbligazioni emesse allo scopo di finanziare progetti sociali, i cui emittenti sono generalmente agenzie con una prossimità al livello statale (cosiddette agenzie quasi-governative), come la francese Cades, Caisse d’Amortissement de la Dette Sociale. Infine, i Sustainability-linked bond sono titoli obbligazionari collegati a obiettivi di sostenibilità prestabiliti. “Obiettivi che sono misurati attraverso i Key Performance Indicators (KPIs) e valutati rispetto a Sustainability Performance Targets (SPT) predefiniti”, spiega Pinner.
Per quanto riguarda le aree e i settori più interessanti per questo tipo di obbligazioni, Pinner osserva che nel mercato dei green bond si sono viste diverse emissioni governative in diversi Paesi europei, come Regno Unito, Svezia, Spagna o Italia. “Gli spread delle emissioni rimangono positivi, il cosidetto “Greenium” è particolarmente più elevato in caso di nuovi emittenti, per esempio nel caso del green bond emesso da Daimler. Questo tipo di premio, non esiste invece nell’ambito dei sustainability-linked bond”, aggiunge l’esperto di Raiffeisen.
A dispetto dell’emergere sempre più consistente di emittenti statali nell’ambito dei green bond, “a dominare il mercato nel 2021 sono ancora i bond bancari, con emissioni tra gli altri della Royal Bank of Canada o del gruppo finanziario tedesco Talanx. Nel corso del 2021 abbiamo osservato anche altre importanti emissioni, tra cui quelle della giapponese NTT, nel settore delle telecomunicazioni, o della belga Proximus nel settore real estate. Interessante al momento anche l’emissione sustainability-linked di A2A, che include come KPI una connessione, un link, all’intensità delle emissioni CO2”, prosegue Pinner.
A livello di settori, “l’impatto delle posizioni nei fondi green si focalizzano prima di tutto sul segmento delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, dell’acqua pulita e della fornitura di acqua ed edilizia sostenibile. Riguardo ai social bond dominano le infrastrutture di base, l’accesso ai servizi essenziali, le abitazioni economiche accessibili e il progresso e rafforzamento socio-economico”, aggiunge Pinner.
Un universo in espansione“In Europa e negli Stati Uniti, la domanda di prodotti ESG è forte e si traduce in un green pricing premium (greenium, appunto) nel mercato delle obbligazioni sovrane, nonché nel mercato delle obbligazioni societarie investment grade e high yield”, osserva Laure Villepelet, head of ESG di Tikehau Capital. Nel quarto trimestre del 2021, gli emittenti di euro investment grade e high yield potrebbero aver risparmiato rispettivamente fino allo 0,05% -0,10% e 0,10% -0,25% sul costo del denaro.
In Asia, le fonti della domanda di prodotti Esg sono state dinamiche e il greenium è meno chiaro (ad eccezione delle rinnovabili). “Dato che le emissioni sostenibili richiedono maggiore trasparenza (quadro legato al green e alla sostenibilità, second party opinion e reporting), gli emittenti sono meno incentivati a optare per obbligazioni green e sustainability-linked”, dice Villepelet.
Per quanto riguarda il prossimo anno, sostiene l’esperta di Tikehau, “dal lato dell’offerta, con la prospettiva di un aumento dell’inflazione, il greenium potrebbe diventare più pronunciato e supportare un aumento delle emissioni di obbligazioni Esg”. Dal lato della domanda, il Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) in Europa introduce obblighi di divulgazione Esg obbligatori e “possiamo aspettarci che questo regolamento supporterà un’emissione Esg più trasparente. In Asia, possiamo anche aspettarci un’accelerazione del mercato obbligazionario Esg a causa di diversi fattori trainanti, tra cui la domanda da parte dei fondi sovrani e fondi pensione, il sostegno e la spinta politica per i business green e l’energia verde e i requisiti di segnalazione normativa migliorati per le metriche verdi, tra gli altri”.
A livello di settori, Villepelet osserva che la maggior parte delle obbligazioni Esg è stata emessa nel settore delle utility e dell’energia. ma dato che la decarbonizzazione deve essere sistemica, “possiamo aspettarci un numero crescente di obbligazioni Esg nei settori dell’industria, dell’immobiliare e dei trasporti. Attualmente ci concentriamo su obbligazioni Esg ad alto rendimento per preservare i rendimenti e in questo segmento vediamo già sviluppi interessanti dei settori dell’industria pesante (acciaio), nonché delle aziende chimiche e degli imballaggi”.
Una forte spinta arriverà dal coté regolamentare. “L’Ue sta attualmente definendo attività sostenibili in classificazioni (“tassonomia”) con una componente verde e una sociale. Dei sei temi della Tassonomia Verde dell’Ue, due sono già trattati (adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici). I restanti quattro temi (controllo dell’inquinamento, conservazione dell’acqua, economia circolare e biodiversità) e la tassonomia sociale dell’Ue sono previsti entro il 2022. Questo nuovo quadro amplierà anche i settori coperti e fornirà soglie tecniche per attività sostenibili che possono essere utilizzate come obiettivi per le obbligazioni legate alla sostenibilità”.
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